π Sedici giorni, mille emozioni: il nostro arrivederci alla Francia.



π Ultima mattina in Alsazia
Dopo una notte nell’appartamento, oggi ci aspetta l’ultima colazione. Su consiglio di Yve, il capo-branco Simone ci guida (con la solita fermezza da comandante) verso Eguisheim, uno dei borghi più antichi e pittoreschi d’Alsazia.
Valigie informi caricate alla meglio, “treccia” sistemata al nonno Normanno e ibuprofene come carburante extra, siamo pronti a partire. La colazione in una splendida boulangerie ci regala l’ultimo assaggio: un dolce simile a un cinnamon roll, ma senza cannella e con noisette croccanti. Un addio zuccherino che vale come un abbraccio.
Segue un giretto digestivo tra le viuzze del borgo, un luogo che sembra dimenticato dal tempo: case a graticcio, fiori ovunque, e quell’atmosfera sospesa che ti fa pensare a una cartolina lasciata apposta dalla Francia come ultimo regalo.
Ma è ora di ripartire: l’Italia ci aspetta. π
Simone litiga (si spera per l’ultima volta) con il navigatore, che però ci fa un ultimo regalo: una strada nascosta tra i vitigni d’Alsazia, dove i lavoratori sono già pronti per la vendemmia.
E lì accade la magia: il nonno Loris, improvvisamente guarito da ogni acciacco, salta giù dall’auto e chiede cortesemente l’ultimo assaggio francese – un grappolo d’uva bianca, dolce e succosa. π
Una pioggerellina sottile ci accompagna mentre riprendiamo il viaggio: un segno gentile che ci dice che sì, è davvero ora di tornare a casa.
π‘ Curiosità: i WC pubblici si autopuliscono e disinfettano, a volte con dentro nonno Loris, tra le risate di Nonna Dada!

π Il filo rosso del nostro viaggio
Dalla sveglia buia delle prime ore a Mesenzana fino alle luci scintillanti della Tour Eiffel, il nostro viaggio è stato un intreccio di strade, risate, pioggia improvvisa, piatti francesi depennati e chilometri macinati con la stessa testardaggine con cui Yared ha rincorso le sue crêpes e Mesfin le sue sfide da atleta.
Abbiamo attraversato Alsazia, Normandia, Bretagna, Loira e Parigi, con il Doblò come settimo compagno di viaggio, instancabile anche lui. Ci siamo persi tra le guglie di Strasburgo, i vigneti di Épernay, le falesie di Étretat, le maree di Mont-Saint-Michel, i bastioni di Saint-Malo, i castelli della Loira e i viali infiniti della capitale. Abbiamo riso delle ansie da parcheggio, delle file eterne, dei tornei di Macchiavelli, dei pronostici del “toto-conto”, e ci siamo commossi davanti a croci bianche perfettamente allineate e a tramonti che sembravano dipinti.
I nonni, instancabili e speciali, hanno colorato ogni tappa: Dada con i suoi chilometri infiniti, Loris con amicizie improvvisate in ogni dove. Simone ha domato il navigatore e la strada, Jenny ha tenuto insieme la truppa, e tra un “abbiamo fame” e un “dai che si riparte” siamo arrivati fino all’ultimo fiabesco scorcio di Colmar, e oltre, fino al grappolo d’uva che ha suggellato il nostro addio.
Ora restano valigie stanche e vestiti sgualciti, ma soprattutto resta un cuore pieno: pieno di immagini, di profumi, di momenti che non si cancellano.
Tappa Km 350,3 tempo 4:40
β¨ Ogni viaggio finisce, ma i ricordi continuano a camminare con noi. Questa Francia rimarrà dentro: come un album che non scolora, come una baguette che profuma ancora anche quando è finita.
Au revoir, Francia. Merci pour tout. π«π·β€οΈ
TOTALE VIAGGIO KM 3.927,1 TEMPO 60:15
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