๐ด๐ซ๐ท Il nostro viaggio in Francia… a tavola
Questa pagina è la nostra raccolta di sapori, un diario goloso che racconta i piatti depennati uno dopo l’altro: dal camembert colante alla baguette salvavita, dal flan divorato troppo in fretta (foto saltata!) alla soupe à l’oignon che profuma di Parigi notturna.
Non un elenco da guida Michelin, ma un menu di famiglia, fatto di scoperte, sfide vinte (sì, anche gli escargots ๐) e piatti semplici che ci hanno accompagnato lungo la strada. Perché alla fine, ogni viaggio lascia due ricordi: le foto sul telefono… e i sapori che ti restano addosso. โค๏ธ๐ฅ

๐ฅ Croissant e pain au chocolat
Il must assoluto della colazione francese. Nato nelle boulangerie parigine ma con radici austriache (il croissant deriva dal kipferl viennese), oggi è l’emblema della Francia che si sveglia tra profumo di burro e sfoglia croccante.
Il croissant è poesia semplice: leggero, fragrante, che si sbriciola ovunque (anche sulle magliette ๐
). Il pain au chocolat, invece, è il fratello goloso: stesso impasto, ma con due barrette di cioccolato che ti cambiano la giornata al primo morso.
Noi li abbiamo depennati presto dalla lista: impossibile resistere. Colazione = cappuccino improvvisato + croissant o pain au chocolat, e subito ti senti un po’ francese… anche senza basco in testa. ๐ซ๐ท

๐ฅฃ Soupe à l’oignon
La regina delle zuppe francesi, nata come piatto povero dei mercati di Parigi: cipolle caramellate a lungo, brodo caldo e l’immancabile copertura di pane gratinato con formaggio fuso. Un tempo era la “zuppa dei nottambuli”, servita all’alba per scaldare stomaci e cuori dopo notti brave. ๐๐ฒ
Noi l’abbiamo assaggiata ed è stato amore al primo cucchiaio: dolce e intensa insieme, con quella crosticina filante che vale da sola il viaggio. Certo, la foto è venuta più “palude misteriosa” che piatto da chef, ma il sapore… da standing ovation. ๐๐ง ๐ง

๐ฅ Pâté
Specialità francese che affonda le radici nel Medioevo: un impasto di carne, spezie e fegato cotto in crosta o terrina, nato per conservare e oggi diventato un simbolo della tavola rustica.
Noi l’abbiamo assaggiato nell'irrinunciabile baguette, con peperone verde a dargli la spinta giusta. La foto è venuta terribile (più horror che gourmet ๐ ), ma il sapore era una meraviglia: intenso, deciso, indimenticabile.
๐ Insomma, un classico esempio di piatto “bruttino ma dal cuore buono”. โค๏ธ

๐ฅฉ Carne alla brace al tavolo
Arriva cruda, ed effettivamente nonno ci è rimasto male la prima volta, ma la magia è tutta lì: una piastra rovente al centro e ognuno si improvvisa chef, girando i pezzi finché non sfrigolano al punto giusto. Cena conviviale, mani unte e l’immancabile souvenir: l’odore di barbecue addosso. ๐๐ฅ
E il premio di maggior consumatore va a… Yared, che non si è fermato finché la piastra non ha cominciato a fumare a vuoto. ๐๐ฅฉ
๐ก Curiosità – Questa tradizione deriva dalle pietre ollari usate un tempo dai contadini francesi: rocce di lava scaldate sul fuoco per cuocere carne e verdure.

๐๐ Les escargots
Il piatto che divide l’umanità: o scappi a gambe levate, o afferri la pinzetta e ti lanci. Nati come pietanza contadina (gli antichi Romani già li allevavano), in Francia sono diventati una vera specialità da ristorante, cotti al forno e affogati in burro, aglio e prezzemolo.
Per noi è stata una sfida accettata: forchettina alla mano, primi morsi titubanti… e poi la sorpresa. Non male, anzi: tra il burro che cola e l’aglio che copre tutto, quasi dimentichi che stai mangiando una lumaca. Risultato? Piatto svuotato e tanto orgoglio. ๐ช๐ซ๐ท

๐ช Macarons de Nancy
Niente a che vedere con i coloratissimi macaron parigini: qui a Nancy i macarons originali nascono nel XVII secolo grazie a due suore benedettine, le “Sœurs Macarons”, che durante le persecuzioni religiose si mantennero preparando questi piccoli dolcetti a base di mandorle, zucchero e albume. Croccanti fuori, morbidi dentro: pura semplicità che profuma di storia.
Noi non potevamo non provarli: dopo una sosta strategica in pasticceria li abbiamo acquistati come veri pellegrini golosi, e in un attimo sono spariti tra un “solo uno” e un “ok, l’ultimo davvero”. ๐ฅฐ

โ Café breton
In origine nasce come caffè “rinforzato” con liquore o sidro, tipico delle terre bretoni. Noi l’abbiamo scelto in versione analcolica, ma non per questo meno golosa: sopra una montagna di panna montata e un generoso strato di caramello al burro salato, il vero re dei dolci bretoni. ๐ง๐ฎ
Più che una pausa, è stato un dolce travestito da caffè: la carica di zuccheri perfetta per rimettersi in marcia… anche se, a dirla tutta, Mesfin non ne aveva bisogno: era già a mille di suo. โก๐

๐ฅฉ Entrecôte
Il taglio di manzo francese per eccellenza: tenero, succoso e servito quasi sempre con la sua salsa segreta (ognuno giura di avere l’originale, ma nessuno la svela mai). Nato come piatto da brasserie parigina, è diventato un simbolo della cucina francese “robusta”, quella che non si perde in chiacchiere: carne, patatine, vino rosso. Fine. ๐ท๐
È stato Simone a sceglierla senza esitazione, con lo sguardo di chi aveva già deciso dal giorno prima. Morale: piatto spazzolato e zero rimpianti, solo la promessa che “questa la rifarei anche domani”. ๐

๐ฉ Profiterole
Dolcetto scenografico nato in Francia nel XVI secolo, quando la regina Caterina de’ Medici portò alla corte francese i cuochi italiani che prepararono i primi bignè ripieni. Da lì, evoluzione su evoluzione fino a diventare una piramide di palline di pasta choux farcite di crema o panna e ricoperte da cioccolato lucido.
È stato Yared a buttarsi sull’assaggio, con quell’aria da esploratore gastronomico. Due cucchiai ed era già sparito: niente foto, solo tracce di cioccolato come prova del delitto. ๐ซ๐

๐ญ Salsiccia bretone con purè
È stato il piatto di Yared, che se l’è goduta fino all’ultimo boccone: una salsiccia dal gusto rustico e deciso, servita con il più classico dei compagni, il purè di patate.
Il purè, anche se oggi sembra banale, ha una sua piccola storia: le patate arrivarono in Francia solo nel XVII secolo, importate dall’America, e per molto tempo furono considerate cibo per animali. Fu solo nel Settecento che il farmacista Antoine Parmentier riuscì a convincere i francesi che le patate potevano essere una risorsa contro la fame… e da lì nacque anche il purè che conosciamo oggi. ๐ฅโจ
Un piatto semplice, contadino, ma che in Bretagna sa di casa e di tradizione.
Vuoi che lo chiuda con una nota ironica tipo “Yared ha spazzolato tutto senza lasciare chance nemmeno al cucchiaio”?

๐ฅ Galette bretonne salata
In Bretagna è più di un piatto: è tradizione pura. Preparata con grano saraceno (senza glutine e dal gusto rustico), si apre come una tela su cui dipingere farciture infinite. Nasce nel Medioevo come cibo dei contadini, oggi è diventata lo street food più amato della regione.
Noi l’abbiamo provata in due versioni: Yared non ha resistito alla classica galette-saucisse, salsiccia calda avvolta nella galette e divorata come un panino da stadio โฝ๐ญ. Simone, invece, ha scelto la versione più tradizionale: jambon, uovo e formaggio, il trio che non delude mai.
Un piatto che unisce semplicità e sostanza, perfetto per ricaricare le energie prima di rimettersi in viaggio lungo le strade bretoni. ๐โจ

๐ณ Omelette
Piatto tanto semplice quanto francese: uova sbattute, padella calda, e in pochi secondi diventa una nuvola dorata da far venire l’acquolina. In Francia la servono ovunque, a volte con erbe fresche, a volte nature, ma sempre con quell’aria di “colazione da re”. ๐๐ฅ
Nel nostro viaggio è stato il turno della mamma e della nonna, che l’hanno ordinata in pausa pranzo: soffice, calda, perfetta per ricaricare le batterie. Un altro tassello depennato dalla lista… e un altro piatto che conferma che la semplicità, in Francia, ha sempre stile. ๐ซ๐ทโจ
Leggenda narra che Napoleone ne fosse ghiotto e la fece preparare per un intero reggimento, noi ci siamo sentiti un po' come lui: affamati, stanchi ma felici di sfamarci con un piatto che vale più di mille parole

๐ฅง Quiche
Nata in Lorena nel XVI secolo, la quiche lorraine era inizialmente fatta solo con panna, uova e lardo; poi si è evoluta fino a conquistare tutta la Francia (e mezzo mondo).
Noi l’abbiamo provata in varie versioni, dalla classica con pancetta a quelle con Noi l’abbiamo provata in tutte le salse: la mamma perfino a colazione (fredda), Yared in versione calda appena sfornata. E sì… anche qui il morso è scattato prima della foto, segno che la quiche vince sempre. ๐ฅง๐ธ
Fredda o calda, poco importa: resta sempre un piccolo pezzo di Francia che ti fa sentire a casa anche quando sei seduto su una panchina con la forchetta di plastica. ๐ซ๐ทโจ

๐ฅ La Baguette ripiena
Altro che street food: in Francia è un’istituzione. Crosta croccante che scricchiola al morso, mollica morbida, e dentro… di tutto e di più. La nostra versione preferita? Jambon, formage, insalata e via andare, con la fantasia che si spinge fino a riempirla come fosse una valigia prima della partenza.
Impossibile sfuggirle: è stata la nostra salvezza in mille pause pranzo, in macchina o sulle panchine, sempre con quell’onnipresente strato di burro (ahi noi!), oppure con la combo “very french”: maionese e mostardina. ๐ซ๐ทโจ
È lei la vera eroina del viaggio, più delle crêpes di Yared e delle scalate di Mesfin: la baguette ripiena, che ci ha sfamato e accompagnato da un capo all’altro della Francia.

๐ง Camembert
Nato in Normandia nel XVIII secolo (grazie a Marie Harel, che secondo la leggenda apprese la ricetta da un monaco in fuga), è uno dei formaggi più celebri di Francia. Cremoso, profumatissimo (a volte fin troppo ๐
) e capace di rendere chic persino un piatto improvvisato.
A volte ci è stato servito con charcuterie, altre volte da solo con insalata e crostini. Ma la versione che ci ha conquistati è quella calda, appena sfornata, con il cuore che cola come lava cremosa: una bomba di piacere. ๐ฅ๐ง
La nonna Dada ha faticato non poco a finirlo, ma non ha mollato la presa. E il suo compagno migliore resta sempre uno: la baguette calda appena tagliata, perché insieme fanno coppia perfetta come in una love story francese. ๐ฅโค๏ธ

๐ฎ Flan pâtissier
Un grande classico delle boulangerie francesi: nato come dolce “povero” già nel Medioevo, era la merenda dei monasteri e dei mercati popolari. Pasta friabile, crema cotta alla vaniglia e quella superficie dorata che profuma di forno buono. È semplice, ma conquista sempre: un morso ed è subito “Francia in cartolina”. ๐ซ๐ทโจ
Noi l’abbiamo preso più volte, come in una staffetta: prima i nonni, che hanno inaugurato l’esperienza, e poi la mamma, che non ha resistito alla tentazione. Ah, e scusate le foto poco “food blogger”: il primo morso scattava sempre prima dello scatto. ๐ ๐ธ

Moules au fromage d’Albert
Non erano le solite cozze, ma un mare intero servito in pentola, ricoperto da una colata di formaggio fuso che profumava di Bretagna e di peccato di gola. Un piatto che già a metà ti chiedi: “chi me l’ha fatto fare?”, ma poi continui, cucchiaio dopo cucchiaio, fino all’ultima conchiglia.
Jenny ha stabilito il record familiare: 259 cozze spazzolate una ad una, la pentola è stata svuotata senza appello. Risultato: applausi e un nuovo motto di viaggio — “mai sottovalutare una mamma davanti alle moules”. ๐๐ฆช๐ง

๐ฎ Île flottante
Un dolce che sembra un gioco di magia: una nuvola di meringa che galleggia in un mare di crema alla vaniglia. Nato nelle cucine francesi del XIX secolo, veniva servito come dessert elegante per stupire gli ospiti con leggerezza e scenografia. Oggi è poesia servita al cucchiaio.
In teoria, leggero e soffice. In pratica, Mesfin l’ha ordinato… e io l’ho finito: lui due cucchiaiate, io il resto, con la scusa che “tanto è solo aria”. Spoiler: aria sì, ma irresistibile. โ๏ธ๐ฅ

๐ Cordon bleu
Dimenticate la solita cotoletta del supermercato: questo è il cordon bleu in versione gourmet. Croccante fuori, dentro nasconde non solo il classico pollo, prosciutto e formaggio fuso che cola al primo taglio, ma anche una deliziosa verdura tritata che lo rende più leggero… o almeno ci illude che lo sia. Adagiato su un letto di salsina ai funghi, è il tipo di pietanza che ti fa venire voglia di leccare il piatto (con grande disapprovazione dei francesi al tavolo accanto). ๐๐๐ง
Simone era pronto ad ordinarne un'altra all'istante!

๐ฅ Salade de chèvre chaud
Non chiamatela semplicemente “insalata”. Qui i francesi hanno avuto il colpo di genio: ci buttano sopra crostini caldi con il formaggio di capra che si scioglie lento e sensuale, trasformando il verde anonimo in un piatto da re. E quando pensi che sia finita lì… sorpresa! Sotto le foglie ti aspettano le patate calde, che fanno squadra col condimento alla francese: acidulo, deciso e mai banale. Ogni forchettata è un mix croccante-cremoso-tiepido che ti fa dimenticare di star mangiando insalata. ๐๐ง๐ฅ

Champagne ๐พ
๐ฅ Bollicine da re – In calice: sottili, frizzanti, con profumo di frutta e pane tostato. In Francia sono un rituale, usate persino come “trou normand” tra le portate, giusto per far spazio al dolce. L’arte di festeggiare liquida, che trasforma ogni brindisi in una festa d’altri tempi.
E tra noi il più degno di provarle è stato Simone, che ha alzato il calice con lo sguardo serio di un re… salvo poi ricordarsi che era solo un assaggio da 12 cl pagato come fosse oro. ๐๐พ

Ostriche๐ฆช
Fresche, salate al punto giusto e servite direttamente sul porto, tra conchiglie che brillano al sole e gabbiani in perenne attesa. Già nel XVII secolo le ostriche di Cancale erano tanto pregiate da viaggiare fino a Versailles per il Re Sole. Oggi restano un must bretone: si aprono al momento, si assaggiano a pochi passi dall’oceano e i gusci… si lanciano in mare, come vuole la tradizione locale.
Noi abbiamo fatto lo stesso e, sorpresa: sono piaciute a tutti, perfino ai più scettici. Sfida superata, tradizione rispettata. โ ๐ฅ

Moules Frites
Le cozze fritte bretoni (in francese spesso moules frites, ma qui parliamo proprio di quelle passate in pastella e fritte) sono un piccolo colpo di genio della cucina di mare: croccanti fuori, morbide e saporite dentro, con quell’inconfondibile tocco salmastro che ti ricorda subito l’oceano.In Bretagna le trovi come street food o nei mercatini sul porto: un cono di carta, le mani che si ungono e il profumo di mare che ti resta addosso. Spesso vengono accompagnate da una spruzzata di limone o, per i più audaci, da un bicchierino di sidro o calvados. Sono un po’ come le chips di mare: una tira l’altra. ๐โจ

French Toast๐โจ
Il French toast, o pain perdu, nasce come ricetta “salva pane raffermo”… ma a Locronan si è trasformato in una piccola bomba di felicità. Niente zucchero o sciroppo: il nostro era salato, con il formaggio che filava e diventava croccante in superficie. Un mix tra colazione, pranzo e coccola di viaggio. ๐ฅ๐ง๐ฅ
Altro che “pane perduto”… direi pane ritrovato e subito conquistato!

Crèpes ๐ฅโจ
Le crêpes sono l’orgoglio dolce della Bretagna (anche se i Normanni cercano sempre di rubarne un po’ il merito ๐). Sottili come un foglio di carta, nate povere con grano saraceno e acqua, sono diventate un simbolo universale di convivialità. Dolci con zucchero, marmellata o Nutella (Yared ne sa qualcosa…), salate con formaggi e prosciutto, ogni regione le reinventa a modo suo. In Bretagna, addirittura, c’è la tradizione che durante la Candelora si facciano saltare le crêpes con una mano, tenendo nell’altra una moneta: se riesci, porta fortuna per tutto l’anno. ๐
A quante arriverà alla fine del viaggio!?

Calvados๐๐ฅ
Il Calvados è il distillato d’eccellenza della Normandia: mele (e a volte pere) che, dopo essere state sidro, diventano un fuoco liquido capace di scaldarti anche nelle giornate più ventose. Nato come bevanda contadina, è stato per secoli il compagno fedele di marinai, soldati e osti normanni. La leggenda vuole che persino durante la Seconda guerra mondiale qualche soldato ne abbia assaggiato più volentieri che l’acqua. Oggi è elegante e raffinato, servito a fine pasto nei ristoranti stellati… ma resta sempre un po’ ruvido e autentico, proprio come la sua terra. ๐๐

Macarons
I macarons sono piccoli gioielli zuccherini: due gusci croccanti che si sciolgono in bocca e una crema che ti fa venire voglia di collezionarli come figurine. Nati in Italia ma resi celebri in Francia, devono la loro fortuna a Caterina de’ Medici, che li introdusse a corte nel XVI secolo. Oggi sono l’emblema della pasticceria chic francese: costano come se fossero oro, ma al primo morso capisci che sì… ogni tanto vale la pena sentirsi un po’ reali. ๐โจ
Crea il tuo sito web con Webador