Eccoci qui a salutare anche la dolce e calda Kyoto, una città dove si sente il perfetto incastro tra mondo moderno e antica tradizione. Qui puoi trovare una sala giochi, un internet café, un Benetton building e subito dietro l'angolo l'ingresso affascinante di un tempio zen. Una città dove esci la sera per mangiare e ti trovi a passeggiare tra mille taxi, magari con a bordo una geisha o una coppia tranquilla di signori giapponesi vestiti nei loro coloratissimi kimono da crepuscolo. Una città nella quale trovi supermarket di nome Lawson e appena un po' più in là lo svincolo per le antiche vie ciottolate di Gion, il quartiere rimasto quasi immutato fin dall'epoca Edo, con le sue bettoline e le sue sale da tè tutte in legno ed ognuna con il proprio rilassantissimo giardino. Una città che ci rimarrà per sempre nel cuore.
Che dire, l'ultima giornata abbiamo deciso di vivercela al 100% facendo tutto ciò che ci mancava da fare (anche se ce ne sarebbe ancora...). Ovvero alzarci di buon'ora, fare colazione e correre con il nostro bel bus verso il Castello Nijo, un'antica residenza dello shogun Tokugawa, colui che unificò il Giappone nel 1600. Diciamo che non era proprio un poveretto vista la sua "umile" dimora: una struttura con parco annesso grande quanto Mesenzana, più o meno. Davvero immensa e degna della potenza dello shogun!
Visitato il super castello si va verso il Tempio Toji dove ammiriamo la più alta struttura in legno del Giappone: un pagodone d'antologia alto ben 55 metri! Preggio.
Mentre usciamo dal parco con laghetto, tartarughe e super carpe di 70 cm, veniamo intervistati da un gruppetto di studenti che per compito avevano qualcosa tipo: "Ferma il primo turista a caso e con il tuo giappo-inglese chiedigli quattro domande". Ecco, ci hanno fatto 4 domande, abbiamo firmato l'intervista e scattato una foto ricordo con i piccoli ingegneri del 2020!
Dopo aver pranzato a base di riso e larve (stavolta è toccato a me, prima era toccato solo alla Jenny) ci dirigiamo in ryokan per una sosta rinfrescante... niente da fare, aria condizionata spenta: ryokan! Ripartiamo nell'afa più totale alla volta di un tempio non eccezionale quanto altri, ma con una porta d'entrata tutta in legno sulla quale si poteva salire (tramite una scaletta da alpinismo) e vedere parte della città dall'alto.
Scesi incolumi dalla scala della morte, prendiamo un taxi verso il tempio più suggestivo di Kyoto. Si trova in alto e tra il rosso delle sue strutture ci si gode una vista fantastica. Noi ci siamo fermati fino al calar del sole, godendoci il tramonto in diretta e salutando da lassù la dolce Kyoto!
Tornati in ryokan dopo qualche acquisto per le vie ciottolate che scendono dal tempio, paghiamo il conto, la biru, prenotiamo il taxi per il mattino dopo e ahinoi prepariamo le valigie. Doccia, ripiglio e fuori per cena, l'ultima qui. E allora crepi l'avarizia: ci concediamo una cenetta romantica sulle rive del fiume con vista teatro illuminato. Cena ottima e non ci hanno neanche spennato: onesti questi jappi.
Dopo una piccola sosta a un internet café (dove abbiamo fatto la prima diretta dal Giappone con Maicol dall'altra parte dello schermo) ci avviamo verso l'ultimo sonno in quel di Kyoto. Sayonara.
Simo + Jenny — ora locale 20:30, Lago Kawaguchiko, ai piedi del Monte Fuji.
(post riferito al giorno19/09/2007)
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