
Fine vacanza. Le magliette sono ormai sopravvissute a 12 lavaggi in lavandino, i sandali sanno più strade di Google Maps, e noi decidiamo di chiudere in bellezza.
Blue Grotto, Malta: il gran finale.
Saliamo in barca con l’energia residua che ci è rimasta e… BOOM.
Il mare si tinge di blu elettrico, il sole si rifrange sulle rocce come se qualcuno avesse messo i filtri Instagram direttamente nella natura.
La barca ondeggia tra archi di pietra e riflessi impossibili da spiegare.
I ragazzi si zittiscono (per 2 minuti netti: record), i nonni si godono il panorama, e noi ce la ridiamo — un po’ stanchi, un po’ increduli.
Siamo lì, a goderci il silenzio, quando ci rendiamo conto che l’uomo che guida la nostra barca non è uno qualunque.
È Alfred Cutajar.
Sì, proprio lui: il pescatore maltese che negli anni ’80 ha catturato uno degli squali bianchi più grandi della storia, 7 metri di creatura leggendaria al largo di Filfla.
E ora? È qui. Tranquillo. Che ci porta in giro in barca come se niente fosse.
In un attimo ci sentiamo dentro un documentario National Geographic… ma con la GoPro scarica e la meraviglia a mille.
Il bello dei viaggi è anche questo: quando credi che sia tutto finito, arriva la scena finale da cinema.
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