
Finiti gli acquisti, camminiamo lungo le vie di questa vivace cittadina, comprando cavetti per l’aux (poi rivelatisi inutili) e arriviamo all’abbazia, dove la scaltra Paola entra con la sua videocamera, diritta come un siluro, senza curarsi che bisognava pagare l’ingresso... inseguita dalla guardia ci voleva dare a bere che il tizio le aveva chiesto se voleva informazioni... mah?!
Abbandoniamo la simpatica Kilkenny e ci avviamo verso The Rock of Cashel, altra roccaforte medievale. Qui il sole ogni tanto fa capolino e ci permette di vedere uno splendido panorama dal verde intenso. Arrivati a destinazione scopriamo che mezzo sito è in ristrutturazione, peccato, si vede che nelle foto non lo faremo vedere! Il maniero, ormai diroccato, ha un fascino tutto celtico: alte croci svettano sui prati tra le pecorelle, rocce erose dal tempo raccontano battaglie.
Il tempo scorre e le nostre pance cominciano a borbottare, così decidiamo di fermarci a mangiare... una signorina, parlando un inglese tutto suo, ci porta degli ottimi club sandwich. Dopo 4 risate da lacrimoni e alte conversazioni su carote e zucchine, riprendiamo l’auto direzione Cahir Castle.
Cittadina inizialmente introvabile sul Tom Tom (causa errata digitazione) si rivela una vera perla. Il suo castello è ben tenuto e pieno di stanze e torrette, sulle quali ci si può arrampicare grazie a irti scalini (Jenny e Lalla superano come sempre la paura delle vertigini). Anche qui il cielo ci permette di ammirare tutta la campagna irlandese!
È ormai tardi e decidiamo di partire per l’ultima tappa: Swiss Cottage (voi direte: “andate a vedere una casa svizzera in Irlanda?”, e io rispondo “SÌ”). Peccato che qui chiudono come le galline, e pertanto sembrava ormai tutto perduto. Ma all’improvviso una simpatica ragazzetta bionda ci indica i gradini per rimirare, almeno da fuori, questa casetta dal tetto di paglia... click, foto fatta... ora possiamo partire alla volta di Cork (Corccccc), seconda cittadina più grande d’Irlanda, grande porto di mare e di studenti... oltre che di ubriaconi che quasi vengono stesi da camioncini bianchi perché amano rotolarsi a terra in mezzo alla strada (noi c’eravamo!).
La nonna (data la veneranda età) resta in albergo e noi tre ci avviamo alla scoperta dei pub di Corccccc. Giretto sotto la pioggia (stile spruzzino di Gardaland), lucine su tutte le strade, il fiume riflette i lampioni e le insegne luminose della città; camminiamo lungo la via commerciale con negozi e pub, pub e ancora pub... Alla fine, alle 9.50 pm, entriamo in un pub che ci aggrada, ma oramai l’ora è tarda e non ci fanno da mangiare. Così, ascoltando la musica dal vivo, ci beviamo la birretta (preciso che la Lalla fa la preziosa ordinando “only a glass of beer”, e poi beve dai bicchieri altrui... bah... stupid girl... I hate you). Buona la birra con la schiuma (a pagamento) che resta nel bicchiere!
Noi però abbiamo ancora fame... un leggero languore... e allora decidiamo di sostenere l’industria alimentare americana mangiando al McDonald’s... solo crocchette e McFlurry...
Sonno, tanto sonno... torniamo alla nostra BETTOLA... e sì, perché questo ancora non lo sapete: stiamo finalmente soggiornando al primo B&B-Bettola. Anche se non è così male, è solo un po’ sgarrupato... e l’acqua calda ci mette 45 minuti a uscire, per il resto è ok...
Come dicevo, arriviamo at home e andiamo al pub a chiedere le chiavi (organizzazione Filini). Qui incontriamo un gruppo di musicisti con flauti, cornamuse, violini e chitarre... tutto spontaneo, con le loro birre sul tavolo conversavano e poi uno a uno cominciavano a suonare con gli occhi chiusi, rapiti da questi suoni così lontani dalla nostra armonia musicale, ma così coinvolgenti da poter essere ascoltati per ore...
Ma noi siamo stanchi, domani ci dobbiamo alzare presto a causa del disco orario... pertanto buona notte amici...
La Lalla decide di rovinare la poesia del mio racconto dicendovi: “finalmente abbiamo la musica in macchina... grazie al bluetooth e alla Jenny!”
Jenny






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