







Ci alziamo prestissimo al mattino, per salvare la nostra auto dal disco orario irlandese. Colazione rapida (un muffin e un canestrone) e via verso la penisola di Dingle, in mezzo a mulattiere accuratamente segnalate dal navigatore, perché lo si sa che spesso la strada più veloce è la più impervia.
Appena arrivati in loco è cominciato il diluvio universale. Ci siamo infilati le mute da sub e siamo corsi sotto l’acqua per prenotare “Fungie il delfino curioso”. Dobbiamo attendere un paio di ore... che fare?? Ovviamente ci infiliamo in un pub, mangiamo dell’ottimo beef stew with vegetables, beviamo l’immancabile birra scura e stavolta ci concediamo il vizietto: un Irish Coffee, il primo della vacanza e speriamo non sia l’ultimo, dato che è buonissimo...
Ora, dopo l’abbuffata, saliamo in barca per cercare Fungie. La barca è una bagnarola, un peschereccio che terrà sì e no 15 persone. Il tempo non è dei migliori: acqua e vento, vento e acqua, ci asciughiamo e ci bagniamo, tutto in attesa di vedere sto delfino malefico. Mentre cerchiamo il mammifero marino ci gustiamo il panorama in mezzo alla nebbia: un faro che si scorge all’orizzonte e pascoli su colline terrazzate. Niente, il delfino non si vede, continuiamo al di fuori della baia giocando a Gardaland su alte onde, niente. I bambini (e Paola) intorno a noi cominciano a essere delusi, fino a che “I see it... look there”... era Fungie che usciva ed entrava nell’acqua, giocando a nascondino con la nostra bagnarola. Paola faceva lo stesso, saltellava di qua e di là dalla barca pur di riprenderlo, spaccandosi quasi il collo.
Scesi dalla barchetta la pioggia ci dà tregua e il paesaggio cambia, i colori diventano più intensi, le pecore si vedono meglio!
Capatina al Murfin’s Pub per il secondo Irish Coffee e il tè delle 15.00.
Abbandoniamo la cittadina di Dingle per seguire il nostro destino: Dingle Peninsula, percorrendo la larghissima Slea Head Drive; una strada panoramica che corre lungo la costa, da dove abbiamo potuto rimirare l’oceano e le Blasket Island. Ci siamo arrampicati su una collina con fiori, sassi e pecore libere (che nonna Paola voleva accarezzare), nel punto in cui si vedevano entrambe le coste della penisola. Ci siamo avvicinati ai gabbiani per fare le foto, quasi si potevano toccare (quasi, perché nonna Paola riusciva a spaventare anche quelli). Che paesaggi ci siamo trovati davanti, che colori! Penso che finché non ci stai di persona, colori così intensi da lasciarti senza fiato e non sai se le foto che hai fatto sono abbastanza per dare un po’ di quello che hai visto a tutti.
Siamo scesi in spiagge all’interno di insenature, dove ragazzini facevano il bagno nelle gelide acque dell’oceano, e dove noi non siamo riusciti a resistere, quindi via calze e scarponi... e in acqua, con le onde che quasi ci raggiungevano alla vita. La sabbia era grossa, toglierla è stato facile, arrivare alla macchina scalzi un po’ meno.
Riprendiamo la strada verso Killarney, dove ci aspetta il nostro B&B, ma prima facciamo un’ultima sosta su una spiaggia color oro, che si perde verso l’orizzonte, con sabbia finissima e alte onde per fare surf. Qui conosciamo un nuovo amico... il cugino irlandese di Wasabi, con lui giochiamo a “tira il bastone”. A turno tutti lo facciamo giocare, ma ormai è ora di lasciare anche questo posto incantato.
Arriviamo alla nostra nuova dimora, un accogliente B&B che ci dà una stanza enorme!! Girettino veloce fino al piccolo centro cittadino, mangiata a base di Handmade soup of the day and Traditional Stew, ovviamente mandata giù con l’immancabile birretta. Cominciamo a sbarellare, la Lalla è la prima che desidera un letto, ormai sparla! Così ci avviamo per infilarci sotto le coperte.
Buona notte...

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