Tappa 1: parcheggiati in Alsazia!

Pubblicato il 12 agosto 2025 alle ore 23:05

Benvenuti in Alsazia 🇫🇷 – Dalle Alpi alla Francia, tra paesaggi svizzeri e il fascino medievale di Strasburgo.

La sveglia è suonata quando fuori era ancora buio, e in un attimo ci siamo ritrovati a passare da una colazione improvvisata: succhi di frutta, quattro biscotti trovati sparsi tra le borse e tanto caffè per cercare di sembrare svegli, al caricare il Doblò in un Tetris di valigie, zaini e “portalo tu che io non ci riesco”.

Alle 5:01 eravamo già in marcia verso l’Alsazia, attraversando la Svizzera impeccabile è filata liscia (senza autostrade costose!) e verso le 8 ci siamo concessi il primo panino della giornata.

Tirate fuori le felpe per l’aria frizzante del mattino, ci siamo fermati dopo ore di paesaggi verdi, mucche modello cartolina faccendo la sosta per i nostri panini “anti-Svizzera-costosa”.  Qui che abbiamo fatto la prima scoperta del viaggio: nonno Loris parla turco! In pochi minuti ha stretto amicizia con un camionista e ne è uscito con un tè caldo in mano… un talento naturale per le PR internazionali.

Dopo altre 2 ore abbiamo finalmente avvistato Strasburgo. Prima tappa: il Parking Gutenberg. Lì, tra un colpo d’occhio alle colonne di cemento e la paura di lasciare un ricordo indelebile sul tetto, siamo riusciti a infilare il Doblò, ovviamente eliminando l'antenna ballerina con un atletico gesto di Mesfin. Poi, seguendo il consiglio della receptionist dell’hotel, abbiamo deciso di spostarlo in un parcheggio più economico. Operazione condotta in modalità “missione speciale”: vecchi e bambini lasciati in ostaggio in hotel per essere agili e scattanti nello spostamento.

Con la truppa ricomposta, ci siamo immersi nelle vie di Strasburgo:

Le case a graticcio della Petite France sembravano uscite da una fiaba, con i balconi fioriti che si specchiavano nei canali. Un quartiere nato nel XVI secolo come zona di pescatori, mugnai e conciatori di pelli… e, curiosamente, soprannominato “Petite France” non per romanticismo, ma perché qui sorgeva un ospedale che curava i soldati affetti da sifilide, malattia allora chiamata “il mal francese”. Oggi, però, è solo bellezza pura: vicoli acciottolati, ponti di legno e l’acqua che scorre lenta.

Il giro in battello sul fiume Ill ci ha mostrato la città da un’altra prospettiva… ma tra il dondolio delle onde e la birretta bevuta poco prima, abbiamo rischiato seriamente di addormentarci come vecchietti in gita organizzata.
Prima di rientrare in albergo per una doccia veloce e prepararci alla cena alsaziana, non poteva mancare la Cattedrale di Notre-Dame: imponente, gotica, decorata in ogni dettaglio, con il famoso orologio astronomico che sembra uscito da un romanzo fantasy.

Yared ha inaugurato ufficialmente il tour delle crêpes con una alla Nutella in piazza Saint-Thomas, Mesfin ha perlustrato mezza città alla ricerca di scarpe da basket, e i nonni… beh, Loris cerca di chiaccherare in francesce con chiunque, come se lo conoscessero da sempre, e Nonna Dada ha dimostrato ancora una volta di essere un’eroina: ha sfidato il caldo senza battere ciglio, macinando chilometri come se fosse primavera.

Entriamo finalmente nelle nostre camere, progettate — ne siamo certi — per cuocere a puntino gli ospiti: un forno ventilato con vista città. Doccia al volo, cambio rapido, e via, è ora di riempire lo stomaco.

Al Fignette c’è coda, ma con un coup de théâtre il cameriere ci svela che un tavolo da sei è libero… però solo fino alle 21:00. Con la fame che avevamo, ci sarebbe bastata anche mezz’ora: in pochi minuti eravamo seduti e pronti a spazzolare tutto,  tipica pietanza alsaziana: la tarte flambée e un brindisi alla nostra prima giornata francese.

A stomaco pieno, missione gelato Amorino: gustato passeggiando, mentre attendiamo che la Cattedrale si accenda di giochi di luce. L’attesa è lunga, ma quando le prime proiezioni colorano la facciata, capiamo che ne valeva la pena.

Poi il colpo di sonno arriva come un treno: rientriamo nelle camere-fornetto e ci addormentiamo felici… e un po’ lessati.

TAPPA

Km 423 - tempo 5 ore e 39 min

Il viaggio è appena iniziato, ma promette già di essere memorabile.