🌊🧀Decathlon, scogliere e camembert:Normandia a modo nostro
Salutiamo Philippe, il nostro anfitrione factotum, puntualissimo alle 8 per il check-out e con qualche dritta di viaggio, e poi via: a caccia di colazione nel cuore di Fécamp. La boulangerie che troviamo è un tripudio di profumi: c’è chi sceglie la quiche, chi il pain au chocolat, e Mesfin – da vero atleta – prende entrambe, giusto per non sbagliare.
Prima di partire ci concediamo un giretto in spiaggia con il classico lancio dei sassi: Mesfin riesce a “colpire” l’Inghilterra, Simone rischia uno strappo muscolare e Yared, applaude a bordo campo. Poi tutti in salita fino alla chiesa di Notre-Dame de la Salut, da dove le scogliere appaiono in tutta la loro imponenza. Mesfin si arrampica come una capra normanna, mentre Nonno Loris trova dei milanesi e si mette a scambiare dritte come se fosse un locale.
🌊 Curiosità – Fécamp: un tempo era la capitale della pesca d’altura francese. Qui nasce anche il famoso liquore Bénédictine, creato da un monaco nel XVI secolo con una ricetta segreta di 27 erbe e spezie.


Verso le 11 arriviamo a Étretat. Prima sfida: il parcheggio. Dopo un rocambolesco giro e un colpo di fortuna finale, il Doblò trova casa e possiamo finalmente ammirare le falesie. Passeggiata lungo la spiaggia con vista perfetta sull’arco naturale e sulla celebre “Aiguille” (lo spuntone di roccia). Poi tutti in salita: gradini, rovi, zero parapetti… ma la vista ripaga ogni fatica.
Pranzo rustico all’ombra delle rocce bianche, con l’immancabile baguette al jambon: altro classico francese depennato!
Simone e Mesfin, instancabili, si arrampicano fino al belvedere opposto, mentre il resto della truppa si concede un caffè e – ça va sans dire – la crêpe quotidiana di Yared.
📸 Curiosità – Étretat: queste falesie hanno ispirato pittori come Monet e scrittori come Maupassant. E secondo la leggenda, proprio qui sarebbe nascosto un tesoro del ladro gentiluomo Arsène Lupin.
Complice la stanchezza e i tempi stretti, decidiamo di saltare Honfleur (sarà per un’altra volta!) e puntiamo diretti a Caen. Ma prima una deviazione “sacra”: Decathlon. Con la stessa serietà di un pellegrinaggio, usciamo con il bottino più random del viaggio… asciugamani. Solo asciugamani.
Nel tragitto attraversiamo il Ponte di Normandia, spettacolare infrastruttura che sovrasta la Senna nel suo ultimo tratto verso l’oceano: 2.141 metri di eleganza sospesa, che ci regalano una vista unica sul paesaggio.


Arriviamo a Caen nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per complicarci la vita con la ricerca parcheggio. Panico iniziale, ma i “baldi ometti” over 40 risolvono con stile: 20 centesimi e questione chiusa.
Il nostro appartamento? Una mansarda arredata con gusto e vista diretta sulle guglie della città. Doccia rapida e via, pronti a scoprire Caen al tramonto.
Passeggiata sulle mura del Castello Ducale, con Mesfin che medita un volo di prova (“per vedere se so volare”). Poi giù tra vicoli e piazze, fino al quartiere storico illuminato da mille luci suggestive. La serata si chiude con una cenetta in pieno centro, seguita dal lento rientro tra scale e piazze, in una città che quest’anno festeggia i suoi 1000 anni di fondazione.
🏰 Curiosità – Caen: la città fu fondata da Guglielmo il Conquistatore e ancora oggi custodisce le due abbazie volute da lui e da sua moglie Matilde. Durante la Seconda guerra mondiale venne quasi rasa al suolo, ma fu ricostruita con straordinaria fedeltà.
Il vento fresco ci costringe alla felpa, Yared ha depennato la sua crêpe quotidiana, e il torneo di Macchiavelli prosegue serratissimo. A tavola abbiamo conquistato anche il camembert, tra risate e pronostici sul “toto-conto”.
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