Dal fascino medievale alle meraviglie neolitiche, la Bretagna ci racconta le sue mille facce.
Nottata tranquilla nel nostro chambre d’hôte, con l’oste Yvon che si è confermato un vero gentiluomo bretone e sua moglie che resterà scolpita nei nostri ricordi per l’esperienza condivisa (e per le domande a raffica sui ragazzi, segno che i genitori adottivi sono uguali in tutto il mondo 💙).
La colazione? Minimal ma funzionale: pane, burro, marmellata e… Yared che in dieci minuti è riuscito a fare sparire l’intera scorta di Nutella, probabilmente rimasta lì dai tempi della Guerra dei Cent’Anni 🍫⚔️.
Nota di viaggio: in Bretagna hanno una vera cospirazione contro i cuscini. Bassi, piccoli, molli… praticamente progettati per distruggere ogni cervicale. Aborro! 😤🛏️
Pance piene e zaini pronti, salutiamo i nostri host e imbocchiamo la strada senza un piano preciso. Dopo tutto, questo viaggio è un continuo on the road, e l’improvvisazione ormai fa parte della compagnia.
Visto che ieri il tempo ci ha fatto rinunciare al Pointe du Raz, Yvon ci ha regalato un’alternativa segreta: una breve camminata verso il porticciolo di Pors-Poulhan, dove si dice si possa catturare la quintessenza della Bretagna in un solo scatto. Una promessa troppo allettante per non provarci. 📸🌊





Prima mini-tappa della giornata: il porticciolo di Pors-Poulhan.
Una manciata di case bianche sembrano quasi appoggiate con delicatezza sulla scogliera, mentre sotto il mare borbotta come un vecchio brontolone e il cielo bretone, fedele a se stesso, resta grigio e carico di mistero. 🌫️🌊 Eppure, anche senza il sole, questo posto ha un fascino tutto suo: un po’ malinconico, un po’ poetico, come se la Bretagna avesse deciso di mostrarsi in bianco e nero.
Passeggiamo tra barchette adagiate sulla sabbia, reti arrotolate e quell’aria sospesa che hanno solo i porti di confine: un po’ vivi, un po’ dimenticati dal tempo. E qui la sorpresa: proprio accanto si trova un sito neolitico, con menhir e resti di antiche tombe che ricordano come questa costa fosse abitata migliaia di anni fa. Un contrasto curioso: da un lato il mare che va e viene, dall’altro pietre piantate lì per restare in eterno.
💡 Curiosità – Pors-Poulhan è famoso anche per la sua statua della Bigoudene, la donna con il tradizionale copricapo altissimo tipico della regione. La statua, eretta a guardia del porto, segna l’ingresso nel Pays Bigouden, una delle zone più autentiche della Bretagna.
La tappa grossa del giorno è Quimper, e qui la Bretagna decide di giocare la carta dell’orgoglio identitario: bandiere bianche e nere ovunque, cartelli rigorosamente bilingue (francese e bretone), e quell’aria un po’ fiera che sembra dirti: “Occhio, qui non sei in Francia, sei in Bretagna!”.
Entriamo nella Cattedrale di Saint-Corentin, un capolavoro gotico che ti fa alzare lo sguardo fino a farti venire il torcicollo: le vetrate colorate raccontano storie antiche con la stessa intensità di una serie TV in streaming. Poi ci lasciamo trascinare tra le viuzze acciottolate e i negozietti, ed è lì che spuntano loro: i macaron. Depennato un altro “must eat” con la soddisfazione di chi compila una checklist golosa. 😋
Ma la vera sorpresa arriva quando ci perdiamo (volutamente) e sbuchiamo al mercato coperto. Un tripudio di colori e profumi: noi ci lanciamo sulla frutta come se fosse un banchetto regale. Albicocche divorate a manciate, uva a grappoli, e altre meraviglie di stagione. Yared tiene il conto dei pezzi come se stesse facendo scorte per un assedio medievale. 🍇🍑
Il bello di Quimper è che ogni stradina porta a un ponticello, e ogni ponticello ti riporta a un’altra stradina, in un gioco infinito che sembra fatto apposta per chi ama perdersi senza mai sentirsi davvero smarrito.
💡 Curiosità – Quimper è considerata la “capitale culturale” della Bretagna ed è famosa anche per la faïence, le tipiche ceramiche decorate a mano con motivi tradizionali bretoni.



Lasciata la vivace Quimper, puntiamo dritti verso Concarneau per la pausa pranzo. La cittadina ci accoglie con la sua Ville Close, la fortezza che emerge dall’acqua come un gioiello medievale incastonato nella baia. È un luogo che sembra un set cinematografico: mura antiche, ponti levatoi e un viavai continuo di turisti e abitanti, come se fosse il cuore pulsante della costa.
Noi ci piazziamo proprio lì accanto, a due passi dalle mura, e per pranzo andiamo leggeri (si fa per dire): assaggio di moules-frites, giusto quanto basta per depennare la voce dalla lista, mentre Yared sceglie la via più “rustica” e si lancia sulla salsiccia bretone con purè. ⚓🥔
È solo una breve capatina, un pit-stop gastronomico, ma abbastanza per respirare l’energia di questo porto fortificato e sentirci un po’ dentro la storia… anche se con le mani ancora unte di patatine. 🍟
Il pomeriggio ha una regina indiscussa: Carnac con i suoi leggendari allineamenti di pietre. Chilometri di menhir schierati come un esercito silenzioso, immobili da oltre 6.000 anni. Un sito che fa girare la testa agli archeologi e accende la fantasia di chiunque: c’è chi dice che siano antichi osservatori astronomici, chi li lega a riti religiosi, e chi ancora giura che siano legioni romane pietrificate da Merlino in persona. Insomma, mistero assicurato. ✨
Noi ci avventuriamo nel giro culturale, e mentre la temperatura resta fresca e piacevole, ci lasciamo ipnotizzare da queste pietre che spuntano come denti giganti dalla terra. È strano pensare che siano lì da millenni, eppure ancora oggi sembrano vigilare sul paesaggio.
Dopo la full immersion nel passato, tentiamo la salita verso la chiesetta panoramica. In un momento di euforia quasi imbocchiamo la scorciatoia con il nostro fedele Doblò, pronti a trasformarlo in un trattore da rally bretone. Fortuna vuole che un cortese abitante del posto ci fermi in tempo: sorriso gentile, ma sguardo da “ma siete matti?”. Così, con un po’ di vergogna e molta provvidenza, parcheggiamo “alla bene meglio” e proseguiamo a piedi.
La ricompensa? Una casetta incantevole sulla salita, tutta in pietra e con l’aria vissuta, che sembra uscita da una fiaba. Con le persiane color pastello e i fiori che spuntano dalle finestre, ci strappa un sorriso: sì, a Carnac anche il parcheggio sbagliato ha il suo lato romantico. 🪨🌿


La giornata si chiude nel segno del lusso moderno: arriviamo al nostro business hotel, con tanto di cuscini memory foam – finalmente degni di nota dopo una settimana di lotta con quelli brettoni formato “pro-cervicale medievale”.
Yared entra, guarda la stanza e decreta senza esitazione: “Questo è da 4 Hotel!” 🛎️✨
E in effetti, per lui l’esperienza vale già il massimo dei voti. Per noi, invece, è soprattutto la promessa di una notte di vero riposo.
Percosi KM 193 - tempo 3:51
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