Castelli che sembrano fiabe, storie che diventano leggenda, un tour tra principesse addormentate, giardini geometrici e l’ombra di Leonardo 📸👑

Colazione rapida al nostro piccolo hotel: croissant fragranti, caffè appena sufficiente a tenerci in piedi e Nonno Loris che, fedele alla tradizione, fa subito amicizia con chi serve la colazione — una coppia, lei di Capo Verde e lui del Portogallo. Noi, invece, ci portiamo i nostri croissant all’aperto, dove l’aria frizzante ci sveglia più di un espresso doppio: persino Pisolo dei sette nani si sarebbe alzato di scatto.
Oggi ci aspetta la regina delle giornate: i Castelli della Loira. E siccome sono tantissimi, la nostra unica missione è chiara: caccia alla foto perfetta 📸.
Per non perderci (e non litigare) ci affidiamo al nostro settimo compagno di viaggio: zIA GPT (sì, IA quella famosa), che ci stila una tabella di marcia con orari da gendarmeria svizzera. E miracolo dei miracoli: da bravi viaggiatori incalliti, riusciamo pure a rispettarli!
La Loira è davvero un concentrato di meraviglie: castelli fiabeschi, giardini geometrici, ponti levatoi, torri da fiaba.
Alcuni sono fortezze medievali trasformate in residenze principesche, altri vere e proprie scenografie da cartolina. Insomma, qui la storia francese ha messo in mostra il meglio di sé, e noi siamo pronti a farci travolgere.
Oggi la Loira ci ha messo davanti un banchetto di pietra e storia, e noi, con orari da gendarmeria svizzera (che per miracolo abbiamo rispettato), ci siamo lanciati nella caccia alla foto perfetta.

Saumur – il castello sulla Loira che sembra una corona
La giornata è iniziata a Saumur, con il castello che si staglia elegante sopra la Loira: da lontano sembra quasi una corona di pietra posata sul fiume. Noi, da veri pro, lo abbiamo fotografato dall’altra riva — perché la cartolina migliore è sempre quella col riflesso nell’acqua.
Peccato che, per noi, la Loira oggi fosse in versione “risecchita”: più ghiaia che specchio. Altro che riflessi da cartolina, sembrava un selfie venuto male. 😅
💡 Curiosità storica: costruito nell’XI secolo dai conti d’Angiò come fortezza difensiva, il castello di Saumur fu trasformato nel XIV secolo in residenza principesca dai duchi d’Angiò. Nel tempo ha avuto mille vite: da prigione sotto Napoleone a deposito di armi, fino a museo nazionale di equitazione (Saumur è infatti anche la capitale della cavalleria francese).
Oggi il castello resta una delle icone della Valle della Loira: elegante, fiabesco e con quella vista spettacolare che giustifica ogni sosta fotografica… acqua o non acqua.

Ussé – il castello della Bella Addormentata
Seconda tappa: Ussé, conosciuto come il castello della Bella Addormentata. E in effetti basta guardarlo per capire perché: torrette da fiaba, mura chiare, giardini eleganti. Non stupisce che Charles Perrault, autore della celebre favola, si sia ispirato proprio a questo luogo per immaginare la principessa addormentata nel bosco.
💡 Curiosità storica: costruito originariamente come fortezza nell’XI secolo, Ussé venne trasformato nel Rinascimento in residenza signorile e poi rimaneggiato nel XVII secolo. Il risultato è un mix di gotico, rinascimentale e barocco che lo rende unico.
Noi, purtroppo, nessuna principessa abbiamo svegliato (e onestamente nessuno di noi aveva voglia di baci in quel momento). Però un paio di foto da favola ce le siamo portate via, anche senza incantesimi. 📸✨

Langeais – il ponte levatoio pronto all’uso
Terza tappa lampo: Langeais. Qui il tempo sembra essersi fermato al Medioevo. Il castello, con il suo massiccio ponte levatoio e le torri squadrate, sembra sul punto di chiudersi da un momento all’altro, come se dovessero arrivare cavalieri in armatura o un assedio imminente.
💡 Curiosità storica: originariamente una fortezza medievale costruita da Folco Nerra, conte d’Angiò, fu ricostruito nel XV secolo da Luigi XI e divenne teatro di un matrimonio reale fondamentale: nel 1491 qui si sposarono Carlo VIII di Francia e Anna di Bretagna, sancendo l’unione definitiva della Bretagna al regno di Francia. Insomma, altro che location romantica: questo sì che fu un matrimonio politico!
Noi ci siamo limitati a un paio di click veloci (in perfetto stile “pit stop”), ma il fascino medievale era così forte che quasi ci aspettavamo di sentire il rumore delle catene del ponte alzarsi.


A Villandry ci si va per i famosi giardini rinascimentali, vere opere d’arte disegnate col righello. E infatti… noi non li abbiamo visitati. 😅
Prima ci siamo infilati in un negozietto da veri ninja per rubare qualche scatto di straforo, poi ci siamo persi in una siepe cercando l’angolazione giusta, e alla fine abbiamo messo Mesfin a fare da cavalletto umano arrampicato su un portabici per ottenere la foto perfetta (eh si, così ho anche ottenuto una foto con il mio adolescente!).
💡 Curiosità storica: il castello fu completato nel 1536 da Jean le Breton, ministro di Francesco I, ed è celebre per i suoi giardini suddivisi in aree tematiche (ornamentali, d’acqua, medicinali, d’amore…).
Insomma, i giardini non li abbiamo visti davvero, ma possiamo dire di aver fatto la nostra… interpretazione artistica di Villandry. 📸🌿


Amboise – tra re, Leonardo e realtà aumentata
Arrivati ad Amboise, ci siamo finalmente concessi una visita completa, senza scorciatoie. Il borgo è già di per sé pittoresco, ma è il castello a dominare la scena: residenza reale del Rinascimento, con terrazze panoramiche sulla Loira e la cappella di Saint-Hubert, dove riposa niente meno che Leonardo da Vinci.
💡 Curiosità storica: nel XV secolo Carlo VIII e poi Francesco I trasformarono Amboise in una delle residenze più fastose della corte francese. Leonardo trascorse qui gli ultimi anni della sua vita, ospite del re, e morì proprio ad Amboise nel 1519.
Per Yared è stata la tappa della giornata: con l’iPad interattivo in mano, si è trasformato in piccolo cronista rinascimentale, mostrandoci come apparivano le sale al tempo dei re, tra banchetti, arazzi e troni. Girava per le stanze spiegandoci tutto con l’entusiasmo di una guida ufficiale (pagata in crêpes). E in fondo, siamo sicuri che Leonardo avrebbe apprezzato questa realtà aumentata: per lui, che vedeva il futuro ovunque, sarebbe stata solo un’altra invenzione geniale da studiare.
E Mesfin? Lo abbiamo ritrovato spesso fermo davanti alle terrazze, lo sguardo perso verso l’orizzonte. Più che un adolescente in gita, sembrava un giovane cavaliere che sogna nuove avventure. Un’immagine che resterà con noi.


Chenonceau – il castello delle dame
Ultima tappa della giornata, e che finale! Parcheggiamo sullo sterrato, lasciando il Doblò a riposarsi, e ci incamminiamo lungo un viale ombreggiato da alti alberi. L’aria è fresca, quasi solenne, e la passeggiata sembra preparare il terreno alla grande rivelazione. Poi, all’improvviso, la vista si apre: davanti a noi appare Chenonceau, sospeso sull’acqua, con i suoi archi eleganti che si specchiano nello Cher.
💡 Curiosità storica: soprannominato il castello delle dame, deve gran parte del suo splendore a figure femminili straordinarie: da Diana di Poitiers, che lo arricchì con i giardini rinascimentali, a Caterina de’ Medici, che lo trasformò in una residenza reale di lusso. Nei secoli è stato rifugio, ospedale da campo e persino passaggio di confine tra Francia occupata e libera durante la Seconda guerra mondiale.
Al tramonto, Chenonceau ci ha regalato uno spettacolo che valeva tutto il viaggio: l’acqua che rifletteva le sue mura, le finestre accese di luce calda e un silenzio quasi reverenziale tra i visitatori. Anche i più chiacchieroni di noi (sì, compresi i ragazzi) si sono zittiti per qualche minuto: come se il castello stesso imponesse di fermarsi e respirare.

Dopo centinaia di foto, chilometri e panini consumati al volo, possiamo dire che oggi la Loira ci ha regalato un concentrato di bellezza: torri, giardini, riflessi sull’acqua e una lezione di storia in formato maxi.
La vera sorpresa, però, è stata Mesfin: finalmente conquistato dai castelli, con gli occhi che brillavano e la sua personale classifica su quale fosse il meglio progettato.
La giornata si conclude con i nonni a riposo in hotel, mentre noi quattro decidiamo di concederci un’ultima avventura serale a Tours. La città ci accoglie con la sua piazza principale gremita di gente, un’atmosfera vivace e le splendide case a graticcio illuminate ad arte, che sembrano uscite da una scenografia teatrale.
Cenetta tutti insieme, tra risate stanche ma genuine: i ragazzi, ancora pieni di energia, si divertono a classificare i castelli visti come fossero in una gara olimpica di architettura. Poi una breve passeggiata sotto le luci calde della città, giusto il tempo di godersi quell’aria estiva che sa di vacanza.
Infine a letto, perché domani ci aspetta Sua Maestà: Parigi. ✨🇫🇷
Percorsi: 330 km - tempo 5:31
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